Edizione della rivista Vanity, magazine nato nei primi anni 80 dal connubio Anna Piaggi e Antonio Lopez edizioni Condè Nast.
Si tratta di un magazine di moda e costume rarissimo da reperire, in ottime condizioni.
La storia:
Nel 1981, la famosa editor di moda, scrittrice e icona di stile milanese Anna Piaggi fondò la rivista Vanity.
Il numero inaugurale è stato prodotto come inserto per Vogue Italia del settembre 1981 e si è concentrato esclusivamente sui designer italiani. L'approccio avanguardista della rivista era dato dell'importanza data alla grafica e all'illuminazione- differentemente da quanto proposto dai magazine di moda competitor.
In quel periodo, la fotografia aveva già iniziato a soppiantare l'illustrazione come mezzo di scelta, ma come Piaggi descrisse alla rivista Blitz:
“It was a chance to step out of photography…I wanted to express the idea of fantasies, but the clothes were all tied up with advertising, so to give [them] a new spirit, I commissioned illustrators.”
Uscì dal 1982 al 1989, incarnando un decennio di trasformazioni sociali e sartoriali. Lo stile discorsivo di Anna fu una rivelazione e, fin dall'inizio, concepì Vanity come una collaborazione con Antonio e Juan, presentando il primo numero come un portfolio dei loro lavori.
L'autoritratto di Antonio riempiva la copertina sopra un singolo titolo che recitava "48 pagine di prêt-à-porter italiano illustrate da Antonio Lopez". La copertina interna presentava un altro ritratto di Antonio, questa volta disegnato da Karl Lagerfeld, con un testo corrispondente che descrive il contributo di A & J alla rivista: "Con 40 disegni e 200 polaroid - in parte pubblicati, in parte utilizzati solo per la fase preparatoria - Antonio Lopez, illustratore, con la strettissima collaborazione di Juan Ramos, colorista-fotografo, hanno creato questo intero numero di "Vanity Fashion".
Antonio è stato il primo illustratore contemporaneo a trasformare le fragili, filiformi, stilizzate immagini delle illustrazioni di moda in figure umane pulsanti di carne e muscoli, a partire dal periodo Léger, passando per il pop, la psichedelia, la cultura californiana, gli easy rider, i gladiatori e soprattutto le star da lui scoperte e visualizzate.